Opera
Antonino Cardillo
Voglio solo dire che fin tanto che dormo, non ho né paure, né speranze, né tormento, né gloria; e benedetto colui che inventò il sonno, […] moneta universale con cui si acquistano tutte le cose, bilancia e peso che fa eguale il pastore al re e lo sciocco al sapiente. Solo una cosa ha di male il sonno, a quanto ho sentito dire, ed è che rassomiglia alla morte, perché da un dormiente ad un morto c’è poca differenza. — M. De Cervantes
Oggi la gente sembra ignorare le antiche migrazioni che modellarono le terre del nord. Persa in un presente opaco, dimentica le vie che dal passato condussero al nostro tempo. Alcune memorie. Nell’età di mezzo, tra il 1130 ed il 1194, l’Inghilterra, ed in parte il Galles e l’Irlanda, condivisero con la Sicilia una comune dominazione Normanna: mercenari bizantini ed estimatori delle civiltà orientali, questi conquistatori venuti dal nord introdussero uno scambio affascinante tra le sponde settentrionali ed il Mediterraneo. Per la seconda volta nella storia britannica ruppero l’isolamento dell’isola, introducendo conoscenza dall’Oriente, con la riscoperta dei testi classici, ponendo le fondamenta per la nascita dell’età moderna. Ma la storia è piena di violenza: la civilizzazione dominante prende possesso di quella sottomessa e si adopera a nascondere il furto attraverso la scrittura della storia; e le incomprensioni iniziano laddove la memoria è perduta. Così, imparando dal passato, può l’architettura guarire le ferite imposte dalla storia? Può illuminare le anse oscure del passato, rivelando le cupe tende dell’ignoranza? Casa Porpora rappresenta un viaggio inconscio attraverso questa eredità Normanna: esplorando diversi elementi, seguendo empiricamente percorsi, rievocando visioni, nella speranza di trovare un senso perduto: quali furono gli scambi tra l’Inghilterra, il Galles, l’Irlanda, la Sicilia e l’Oriente? Compatto, complesso, oppressivo, espressionista, il vuoto interno di una scultura cava inala luce: una luce che si spande sulle curvature e sulle paratie, si raggruma agli angoli e scivola via tra gli interstizi. Rischiara una ampia volta adamantina creando sfumati e dilatandola. Dal giorno al tramonto, la luce muta il senso dello spazio e la percezione delle forme: al mezzogiorno, la luce sfora le aperture trapezoidali scavate dentro i muri; sopra, sul soffitto, la luce si tramuta in lame veloci, tagliate da un ingigantito brise-soleil. Al tramonto, la sala si rabbuia. Le cose dello spazio, ora oscurate, contrappuntano bagliori lontani, spalmati intorno e dentro il basamento scavato: sotto grotta infuocata, sopra braciere riverberante una volta che ascende. Nel tempo di una giornata solare, buio e luce si scambiano i ruoli, interpretando il racconto di un’architettura frammentaria e monolitica; fatta di pietra, cemento e porpora.
Testo pubblicato per la prima volta in worldarchitecturenews.com,[↗] Londra, 23 giu. 2011.
Dati
- Tempo: dic. 2009–giu. 2011 (progetto)
- Luogo: Pembrokeshire, Galles, UK
- Area: 350 m² (tre piani)
- Tipologia: casa indipendente
Credito
- Progetto di architettura: Antonino Cardillo
- IGC, testo: Antonino Cardillo
Riferimento
Miguel De Cervantes, Don Chisciotte della Mancia, ed. it. Vittorio Bodini, Einaudi, Torino, 1957, p. 1140; in Andréj Arsén’evič Tarkóvskij, Solaris [Soljaris], Mosfil’m, Mosca, 1972, 166 min.