House of Dust
In qualità di volontario, Alfredo Vattimo accompagna i visitatori alla scoperta della House of Dust, introducendo i concetti fondativi dell’opera e guidando la lettura della sua narrazione spaziale. La visita si apre con la descrizione del disimpegno, concepito come “grotta” – origine primordiale dell’architettura, luogo di protezione e calore – e prosegue attraverso il salone, il bagno e la camera da letto, mettendo in luce i tre principi che strutturano la casa: la dimensione teatrale, la sospensione del tempo e la continuità percettiva della materia. Vattimo sottolinea come gli arredi, provenienti da epoche diverse, contribuiscano a collocare l’abitazione in una dimensione temporale indefinita, mentre la luce naturale e artificiale, mutevole durante il giorno, trasforma continuamente colori e atmosfere, rendendo la casa una narrazione in divenire.
Al termine della visita interviene il proprietario, Massimiliano Beffa, che intreccia la spiegazione architettonica con la propria esperienza quotidiana di abitante. Beffa descrive come l’architetto Antonino Cardillo gestisce il processo costruttivo con straordinaria precisione, risolvendo ogni dettaglio nella fase preliminare attraverso la modellazione digitale e completando il cantiere in soli sei mesi. Sottolinea come la casa, pur nella sua radicalità concettuale, risulti profondamente accogliente e funzionale. Evoca la magia della luce pomeridiana che trasforma i grigi in terre calde, la dimensione teatrale degli spazi che la sera diventano palcoscenico, e la qualità umana di un’architettura che nasconde il disordine dietro gli archi per restituire ordine e armonia alla vita quotidiana. La sua testimonianza restituisce la House of Dust non solo come opera d’arte e progetto architettonico, ma come organismo vivente che educa, sorprende e accoglie chi la abita e chi la visita.
