Il sesto capitolo della collezione ‘Per Nessuno’, questo progetto architettonico intraprende un viaggio tra le rovine dell’antica Roma. Si impegna con la luce per manipolare la percezione, proponendo un’esplorazione di una progressiva mutazione di idee contemporanee e quelle della tarda antichità
Opera
Antonino Cardillo
Una sorta di proliferazione di vocaboli-personaggi, ciascuno con una sua propria intensa specificità e tutti densi di uno strano potere evocativo. — A.I. Lima
Le rovine romane tardo antiche hanno ispirato quest’opera: quelle difformità che nel Settecento apparvero ai viaggiatori europei del Gran Tour come visioni fantastiche. Più dell’originale, affascina quello stato di progressiva distruzione che un tempo millenario scava, disvelando i più oscuri recessi della forma. Così, la rovina ci parla del tempo che passa. Della bellezza che muore, e che nel suo lento decadere evoca un racconto traverso, incastrato tra un inizio e una fine. Casa dei Dodici propone una risposta fantastica ad una storia interrotta. Perseguendo vie empiriche, è costruita su mutazioni di idee antiche e moderne, come il tema di cerchi intersecati e la sequenza di spazi che accomunano Villa Adriana a Tivoli ad alcuni progetti di Frank Lloyd Wright. Collisioni e giustapposizioni, echi lontani dell’American Center di Frank Gehry, caratterizzano il fronte della casa. Forme rotonde appaiono dalla strada come scavate. Conferiscono spessore alla facciata, rendendola permeabile al sole d’inverno. Così, l’invaso del salone e la sua volta dorata riverberata dall’acqua ai bordi, appare sul cortile come una camera di luce.
A parte l’ironia involontaria che la rivista Der Spiegel compaia in entrambi i casi d’impostura prima come accusatore e poi come accusato, essi differiscono fondamentalmente.
competitionline.com, Berlino, 17 gen. 2019. (de, en, it)
Cardillo ha creato un labirinto di verità ed illusioni. Un racconto dai molteplici livelli. […] Non esiste una sola verità – la realtà: non esiste. Antonino Cardillo l’ha costruita.
DEAR Magazin, n. 1, Berlino, apr. 2017, p. 84. (de, en, it)
Dopo che le rappresentazioni erano state rivelate come immagini dei desideri, rispose: “Basta vederlo come una storia letteraria, […] una fiaba. Non importa che le cose siano realmente accadute.”
Konstruierte Realitäten, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. (de, en, it)
In effetti, Cardillo è essenzialmente proprio qui, perché come questo saggio voleva anche dimostrare, le immagini di architetture utopiche e non realizzate possono diventare parte integrante della storia dell’architettura ed avere un’influenza significativa su di essa.
iacsa.eu, vol. 4, n. 1, International Association for Cultural Studies in Architecture, Basilea, mag. 2013, p. 11. (de)
Cardillo, che elenca meticolosamente tutte queste notizie di stampa sul suo sito web, regge solo lo specchio ai media architettonici e indica un problema fondamentale: come dovrebbero i giovani architetti raggiungere un costruttore senza avere pubblicato in anticipo?
Come usiamo i media oggi per costruire la nostra realtà dalla materia e dall’immaginario, e con quali conseguenze? […] Ora, se il caso Cardillo servisse a discutere […] queste domande, esso potrebbe fare di più per il discorso sull’architettura di coloro che pensano di avere sempre una risposta.
Per inciso, l’architettura è sempre stata effimera e virtuale, spiega. Da Palladio a Schinkel, da Sant’Elia a Mies van der Rohe, il costruire con idee in forma surrogata avrebbe influenzato lo sviluppo dell’architettura e cambiato la realtà.
Neue Zürcher Zeitung, n. 164, Zurigo, 17 lug. 2012, p. 40. (de)
Da giovane, Felix Krull aveva pensato a lungo se considerare il mondo piccolo o grande. Seguendo la sua indole, da adulto, avrebbe considerato il mondo un fenomeno grandioso ed affascinante. Divenne l’impostore più felice della storia della letteratura.
Der Spiegel, n. 27/12, Amburgo, 2 lug. 2012, p. 121. (de, it)
Ogni edificio, ogni spazio su cui mette mano l’architetto Cardillo diventa un capolavoro. […] Proprio come una poesia che prende vita, l’opera architettonica si erge, parlando a lungo dell’enorme impegno che l’architetto ha profuso in essa.
Surfaces Reporter, Nuova Delhi, giu. 2011, pp. 36‑41. (en)
Liliana Adamo, ‘FAKEcollage. Non credo ai miei occhi!’ (pdf), in Dossier Collage, cur. Fabio Cappello, Rossella Ferorelli, Luigi Mandraccio, Gian Luca Porcile, Università di Genova, Genova, lug. 2022, pp. 35, 39.
Carolin Höfler, ‘Hyper desire”, conferenza parte di Wunsch, Technische Hochschule Köln, Colonia, 1 giu. 2016.
Carolin Höfler, ‘Faked Reality. Die Traumhäuser von Antonino Cardillo”, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015.
Carl Zillich, con Fabrizio Gallanti, Lars Krückeberg, Volkwin Marg, Wolfram Putz, Peter Reischer, Andreas Ruby, Tobias Walliser, Thomas Willemeit, ‘Causa Cardillo: “Geht’s noch ohne Hochstapelei?”’,[↗] bkult.de, Berlino, 10 sett. 2012.
Peter Reischer, ‘Grandiose Luftschlösser’ (pdf), Am Sonntag, n. 32, Neue Zürcher Zeitung, Zurigo, 5 sett. 2012, p. 35.
Antonino Cardillo, ‘Values transcending time’ (pdf), build Das Architekten-Magazin, n. 4/10, cur. Ralf Broekman ed Olaf Winkler, Wuppertal, ago. 2010, p. 43.
Antonino Cardillo, ‘再现远古的经典——12号住宅’ (pdf), Landscape Architect, n. 4/10, Dalian, lug. 2010, pp. 34‑37.
Antonino Cardillo, ‘Not exactly a dime a dozen…’,[↗] worldarchitecturenews.com, cur. Siân Disson, Londra, 23 lug. 2010.
Antonino Cardillo, ‘House of Twelve’ (pdf), Schön!, n. 5, cur. Marietta Constantinou, Londra, mar. 2010.
Thomson Carpenter, ‘Physical poetry’ (pdf), DNA, n. 119, Sydney, dic. 2009, pp. 106‑107.