Dati
- Tempo: Progetto (maggio – luglio 2008)
- Luogo: Nîmes, Francia
- Area: 290 m² (due piani)
- Tipologia: Casa indipendente
Nimes,
Il quarto capitolo della collezione Per nessuno, questo rifugio lacustre intraprende un viaggio nell’imprevedibilità della realtà. Si impegna con la luce per manipolare la percezione, proponendo un’esplorazione della trasfigurazione di una barca ambientata sulle rive boschive di un piccolo lago
Antonino Cardillo
Siamo fatti in ugual misura di ciò che è stato e di ciò che avrebbe potuto essere.
— Javier Marías, Mañana en la Batalla Piensa en Mí (1994)
Spesso, la ricerca è un percorso orientato da scelte incoerenti. E la disponibilità agli imprevisti, rivela chiavi di comprensione inedite della realtà, la quale, essendo per sua natura costruita da una geografia e da un tempo relativamente infinito, è instabile e insicura. Il nostro presente è solo uno degli esiti possibili di questa realtà, e il suo progressivo inverarsi, appare casuale. Ciascun giorno di ciascuna vita trascorsa, avrebbe potuto essere differente. Queste, le riflessioni che hanno stimolato l’ideazione della Casa di Max su un piccolo lago.
La casa appare come la trasfigurazione di una nave arenata sulle rive di un lago nella campagna di Nimes, nel sud della Francia. Un approdo umano sul bordo di un confine naturale. L’edificio è composto da due entità giustapposte su due livelli: un massivo basamento di travertino, che racchiude le camere, e una filiforme sala da giorno, vertebrata su di una struttura metallica.
Il paesaggio, dall’interno, appare scomposto in molteplici quadranti. La disposizione degli elementi metallici misura la luce del sole: un ampio brise-soleil scherma il sole di mezzogiorno, mentre profondi muri-contenitore, rivestiti di legno e sospesi a un metro dal pavimento, adombrano il sole del mattino e del meriggio.
All’esterno, verso sud, delle doghe di legno si estendono sino al bordo della vasca opposta al salone. Oltre lo specchio d’acqua, in un luogo inaccessibile, un portico misura il paesaggio. A nord della camera di vetro, invece, una parabola di tessuto, stesa tra due lembi dell’edificio, ripara un tavolo esterno.
La collocazione eccentrica della torre della scala, infine, struttura le percezioni oblique dei percorsi.
worldarchitecturenews.com, Londra, 29 sett. 2008.
Antonino Cardillo
2019 – 2010
Kirsten Wenzel
A parte l’ironia involontaria che la rivista Der Spiegel compaia in entrambi i casi d’impostura prima come accusatore e poi come accusato, essi differiscono fondamentalmente.
competitionline.com, Berlino, 17 gennaio 2019. (de, en, it)
Jeanette Kunsmann con Stephan Burkoff
Cardillo ha creato un labirinto di verità e illusioni. Un racconto dai molteplici livelli. […] Non esiste una sola verità – la realtà: non esiste. Antonino Cardillo l’ha costruita.
DEAR Magazin, n. 1, Berlino, aprile 2017, p. 84. (de, en, it)
Carolin Höfler
Dopo che le rappresentazioni erano state rivelate come immagini dei desideri, rispose: «Basta vederlo come una storia letteraria, […] una fiaba. Non importa che le cose siano realmente accadute».
Konstruierte Realitäten, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dicembre 2015. (de, en, it)
Gérard Houllard
In effetti, Cardillo è essenzialmente proprio qui, perché come questo saggio voleva anche dimostrare, le immagini di architetture utopiche e non realizzate possono diventare parte integrante della storia dell’architettura e avere un’influenza significativa su di essa.
IACSA Newsletter, vol. 4, n. 1, International Association for Cultural Studies in Architecture, Basilea, maggio 2013, p. 11. (de, en, it)
Carl Zillich
Cardillo, che elenca meticolosamente tutti questi articoli di stampa sul suo sito web, tiene solo uno specchio davanti ai media dell’architettura e sottolinea un problema fondamentale: come possono i giovani architetti trovare dei committenti senza essere stati precedentemente pubblicati?
bkult.de, Berlino, 10 Sett. 2012. (de, en, it)
Christian Holl
Come usiamo i media oggi per costruire la nostra realtà dalla materia e dall’immaginario, e con quali conseguenze? […] Ora, se il caso Cardillo servisse a discutere […] queste domande, esso potrebbe fare di più per il discorso sull’architettura di coloro che pensano di avere sempre una risposta.
german-architects.com, Stoccarda, 29 luglio 2012. (de, en, it)
Gabriele Detterer
Per inciso, l’architettura è sempre stata effimera e virtuale, spiega. Da Palladio a Schinkel, da Sant’Elia a Mies van der Rohe, il costruire con idee in forma surrogata avrebbe influenzato lo sviluppo dell’architettura e cambiato la realtà.
Neue Zürcher Zeitung, n. 164, Zurigo, 17 luglio 2012, p. 40. (de, en, it)
Susanne Beyer
Da giovane, Felix Krull aveva pensato a lungo se considerare il mondo piccolo o grande. Seguendo la sua indole, da adulto, avrebbe considerato il mondo un fenomeno grandioso e affascinante. Divenne l’impostore più felice della storia della letteratura.
Der Spiegel, n. 27/12, Amburgo, 2 luglio 2012, p. 121. (de, en, it)
Peter Reischer
A un’email inviata con la richiesta di chiarimenti e la segnalazione che le foto di architettura rappresentate o trasmesse non sono affatto foto ma simulazioni, si riceve la lapidaria risposta: «Sono un artista e, come artista, manipolo la realtà! Tutto qui!»
Falter, n. 19/12, Vienna, 9 maggio 2012, p. 31. (de, en, it)
Ridhi Kale
Dal modo in cui sembra galleggiare su un lago, si potrebbe facilmente scambiare questa struttura per una nave d’avanguardia.
Home, India Today, Mumbai, gennaio 2010, p. 47. (en, it)
2015
Goethe-Universität, Deutschen Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, .
Su invito dei Professori Chris Dähne, Frederike Lausch e Bettina Rudhof, Cardillo presenta la serie Sette case per nessuno e parla sulla realtà falsificata nella conferenza “Le case da sogno di Antonino Cardillo”, parte della serie Realtà costruite dell’Università di Goethe al Deutsche Architekturmuseum di Francoforte.
2024 – 2008 (selezionate)