Il quarto capitolo della collezione ‘Per Nessuno’, questo rifugio lacustre intraprende un viaggio nell’imprevedibilità della realtà. Si impegna con la luce per manipolare la percezione, proponendo un’esplorazione della trasfigurazione di una barca ambientata sulle rive boschive di un piccolo lago
Opera
Antonino Cardillo
Siamo fatti in ugual misura di ciò che è stato e di ciò che avrebbe potuto essere. — J. Marías
Spesso, la ricerca è un percorso orientato da scelte incoerenti. E la disponibilità agli imprevisti, rivela chiavi di comprensione inedite della realtà, la quale, essendo per sua natura costruita da una geografia e da un tempo relativamente infinito, è instabile ed insicura. Il nostro presente è solo uno degli esiti possibili di questa realtà, ed il suo progressivo inverarsi, appare casuale. Ciascun giorno di ciascuna vita trascorsa, avrebbe potuto essere differente. Queste, le riflessioni che hanno stimolato l’ideazione della Casa di Max su di un Piccolo Lago. La casa appare come la trasfigurazione di una nave arenata sulle rive di un lago nella campagna di Nimes, nel sud della Francia. Un approdo umano sul bordo di un confine naturale. L’edificio è composto da due entità giustapposte su due livelli: un massivo basamento di travertino, che racchiude le camere, ed una filiforme sala da giorno, vertebrata su di una struttura metallica. Il paesaggio, dall’interno, appare scomposto in molteplici quadranti. La disposizione degli elementi metallici misura la luce del sole: un ampio brise-soleil scherma il sole di mezzogiorno, mentre profondi muri-contenitore, rivestiti di legno e sospesi ad un metro dal pavimento, adombrano il sole del mattino e del meriggio. All’esterno, verso sud, delle doghe di legno si estendono sino al bordo della vasca opposta al salone. Oltre lo specchio d’acqua, in un luogo inaccessibile, un portico misura il paesaggio. A nord della camera di vetro, invece, una parabola di tessuto, stesa tra due lembi dell’edificio, ripara un tavolo esterno. La collocazione eccentrica della torre della scala, infine, struttura le percezioni oblique dei percorsi.
A parte l’ironia involontaria che la rivista Der Spiegel compaia in entrambi i casi d’impostura prima come accusatore e poi come accusato, essi differiscono fondamentalmente.
competitionline.com, Berlino, 17 gen. 2019. (de, en, it)
Cardillo ha creato un labirinto di verità ed illusioni. Un racconto dai molteplici livelli. […] Non esiste una sola verità – la realtà: non esiste. Antonino Cardillo l’ha costruita.
DEAR Magazin, n. 1, Berlino, apr. 2017, p. 84. (de, en, it)
Dopo che le rappresentazioni erano state rivelate come immagini dei desideri, rispose: “Basta vederlo come una storia letteraria, […] una fiaba. Non importa che le cose siano realmente accadute.”
Konstruierte Realitäten, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. (de, en, it)
In effetti, Cardillo è essenzialmente proprio qui, perché come questo saggio voleva anche dimostrare, le immagini di architetture utopiche e non realizzate possono diventare parte integrante della storia dell’architettura ed avere un’influenza significativa su di essa.
iacsa.eu, vol. 4, n. 1, International Association for Cultural Studies in Architecture, Basilea, mag. 2013, p. 11. (de)
Cardillo, che elenca meticolosamente tutte queste notizie di stampa sul suo sito web, regge solo lo specchio ai media architettonici e indica un problema fondamentale: come dovrebbero i giovani architetti raggiungere un costruttore senza avere pubblicato in anticipo?
Come usiamo i media oggi per costruire la nostra realtà dalla materia e dall’immaginario, e con quali conseguenze? […] Ora, se il caso Cardillo servisse a discutere […] queste domande, esso potrebbe fare di più per il discorso sull’architettura di coloro che pensano di avere sempre una risposta.
Per inciso, l’architettura è sempre stata effimera e virtuale, spiega. Da Palladio a Schinkel, da Sant’Elia a Mies van der Rohe, il costruire con idee in forma surrogata avrebbe influenzato lo sviluppo dell’architettura e cambiato la realtà.
Neue Zürcher Zeitung, n. 164, Zurigo, 17 lug. 2012, p. 40. (de)
Da giovane, Felix Krull aveva pensato a lungo se considerare il mondo piccolo o grande. Seguendo la sua indole, da adulto, avrebbe considerato il mondo un fenomeno grandioso ed affascinante. Divenne l’impostore più felice della storia della letteratura.
Der Spiegel, n. 27/12, Amburgo, 2 lug. 2012, p. 121. (de, it)
Dal modo in cui sembra galleggiare su un lago, si potrebbe facilmente scambiare questa struttura per una nave d’avanguardia. […] Come in una nave, l’edificio a due piani ha le aree per dormire al livello inferiore e le aree ricreative e pubbliche al ponte superiore. […] Chiaramente, questo è un luogo dove la festa non finisce mai.
Liliana Adamo, ‘FAKEcollage. Non credo ai miei occhi!’ (pdf), in Dossier Collage, cur. Fabio Cappello, Rossella Ferorelli, Luigi Mandraccio, Gian Luca Porcile, Università di Genova, Genova, lug. 2022, pp. 35, 39.
Carolin Höfler, ‘Hyper desire’ (pdf),[↗] conferenza parte di Wunsch, Technische Hochschule Köln, Colonia, 1 giu. 2016.
Carolin Höfler, ‘Modelle in Wirklichkeit. Die digitalen Bildversprechen von Antonino Cardillo’, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. https://www.antoninocardillo.com/it/antologia/sull-architetto/specchi/modelli-nella-realta/
Antonino Cardillo, ‘Realtà falsificata’, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. https://www.antoninocardillo.com/it/antologia/dell-architetto/articoli/realta-falsificata/
Carl Zillich, con Fabrizio Gallanti, Lars Krückeberg, Volkwin Marg, Wolfram Putz, Peter Reischer, Andreas Ruby, Tobias Walliser, Thomas Willemeit, ‘Causa Cardillo: “Geht’s noch ohne Hochstapelei?”’,[↗] bkult.de, Berlino, 10 sett. 2012.
Peter Reischer, ‘Grandiose Luftschlösser’ (pdf), Am Sonntag, n. 32, Neue Zürcher Zeitung, Zurigo, 5 sett. 2012, p. 35.