Lo stile
È riassunto nel progetto House of Dust [Casa della Polvere]. Il suo manifesto estetico. Ci sono il rosa, sinonimo di bellezza, il riferimento alla storia raccontata dalla polvere (dust) che si posa come cipria sulle pareti, i contrasti (tra superficie liscia e superficie ruvida), le armonie dell’arte classica e l’architettura che diventa racconto.
La casa del 2015
“La mia ambizione è quella di costruire case che siano al di là del tempo, nell’ottica di una progettualità a lungo termine. Abitazioni che restano belle, senza invecchiare. Un po’ come il vino.”
Colori e design: cosa scegliere
“I contesti hanno varianti estetiche diverse, per colori (ogni tono ha un potenziale armonico) e materiali: più sono naturali più risultati si fanno interessanti. Il soffitto di House of Dust, per esempio, è una miscela tradizionale di calce, pozzolana e sabbia. Semplice. Eppure basta un cambio di luce per svelare sfumature inaspettate.”
Il consiglio
“Prestate la massima attenzione al soffitto”, dice Cardillo. “Lì c’è un potenziale creativo che spesso viene ignorato. È il luogo dove l’architettura accade. Ora ci mettono i faretti, ma un tempo c’erano gli affreschi.”
Nato nel 1975, [Antonino Cardillo] vive tra l’Italia e l’Inghilterra, e per la rivista Wallpaper* “è uno dei più significativi architetti di oggi.” In bilico tra linguaggi antichi e moderni, alla ricerca di codici intramontabili. I suoi lavori sono monolitici, eppure formosi, flessibili e al tempo stesso classici, centrati sull’uso di materiali naturali. Da citare, in negozio Sergio Rossi a Milano e la casa Nomura Koumuten in Giappone.
“La Casa della Polvere di Roma ha soffitti rusticati, quasi cavernosi, e tinte rosa cipria.” Fotografia: Antonino Cardillo