Tesi
Evdoxia Karageorgi, Konstantina Vasileiadou
Abbiamo trattato l’architettura come un ‘Altro’ attraverso cui si riflette il nostro erotismo. Questo ‘Altro’ ci attira a conoscerlo, cerca di dialogare con noi. Tuttavia, i limiti si perdono. Chi è l’‘Altro’ e chi siamo noi? Improvvisamente, emerge un episodio amoroso per cause inspiegabili e soluzioni intricate. Vogliamo comprendere. Dialoghiamo. Ciò che cerchiamo di sapere è la stessa sostanza che utilizziamo per parlare. Concetti come continuità-discontinuità, trasgressione, morte, religione, trascendenza, potere, seduzione, appaiono come materiali simbolici di rivestimento sui muri degli edifici che abbiamo incontrato nel nostro vagare. Le immagini dell’immaginario, senza dimora, risuonavano infine nella forma di questi spazi:
- Villa Karma di Adolf Loos, Montreux, Svizzera
- Le Cylindre Sonore di Bernhard Leitner, Parigi, Francia
- Specus Corallii di Antonino Cardillo, Trapani, Italia
- Pavilion in the Pond di Philip Johnson, New Canaan, Connecticut
- Rothko Chapel di Philip Johnson, Howard Barnstone, Eugene Aubry, Mark Rothko, Houston, Texas
Specus Corallii
L’architetto italiano Antonino Cardillo ha progettato lo Specus Corallii nel 2016, a Trapani, in Sicilia, nell’ambito della riqualificazione di una cappella appartenente alla Cattedrale del luogo. La parte dell’edificio che studiamo rappresenta lo spazio di transizione tra esterno e interno, che viene utilizzato per ospitare conferenze, musica da camera e occasionalmente balli. Il suo progetto è ispirato alle immagini dei coralli e delle conchiglie, che sono strettamente legate alla città di Trapani.
Antonino Cardillo, Specus Corallii, Trapani, 2016. Fotografia: Antonino Cardillo
Colore
La sensazione dell’elemento liquido si intensifica senza che vi sia realmente dell’acqua. Ciò accade a causa dei colori e della riflettività del pavimento. Possiamo fare un’ipotesi. Non riusciamo a decidere se lo Specus Corallii assomigli di più a un qualcosa di emerso dalle profondità del mare o se sia esso stesso l’immagine del mare, che all’orizzonte lontano si fonde con il cielo come un atto erotico che giunge a compimento. I colori cambiano in modo graduale, tuttavia il pavimento rimane sempre una costante invariata, indipendentemente dall’illusione creata dal riflesso del colore delle pareti sulla sua superficie. I piedi poggiano sempre sul verde – colore del pavimento – che arriva fino alle ginocchia. Questo rappresenta la posizione che assumiamo, più o meno tutti, spontaneamente quando permettiamo all’acqua di arrivare solo fino alle ginocchia prima di decidere di immergerci in essa. In contrasto con l’illusione dei cambiamenti cromatici del pavimento, i colori delle pareti passano dal verde al grigio freddo. Tutto questo gioco di colori sembra un’ouverture, come menzionato dallo stesso Antonino Cardillo. Vivendo questa tranquillità, presto l’idea di una marea improvvisa passerà come un istante nella nostra mente, e così lo spazio si trasformerà in un ‘luogo della violazione’.
Specus Corallii, colore
Riflessione
La riflettività è dovuta alle piastrelle a mosaico, che si trovano sul pavimento e in una striscia che segue perimetralmente le pareti. Tuttavia, l’intensità della riflettività cambia lungo il percorso. La chiarezza presente nella prima parte è sostituita dalla torbidità, poiché le piastrelle che seguono dopo il primo arco sono meno lucidate. Come afferma lo stesso architetto, questa strategia intensifica l’idea della transizione da una condizione reale a una quasi onirica, nebulosa. Per alcuni secondi penseremo di camminare sull’acqua e forse di affondare. Potremmo sentire di fluttuare. Lo spazio si espande indefinitamente mentre osserviamo i contorni delle aperture; si espande ma si restringe anche. La struttura dell’edificio si altera e, proprio come un materiale, l’uomo diventa parte di questa alterazione. Le pareti si riflettono sulla superficie del pavimento, dando la sensazione di poter ‘calpestare’ le pareti, diventare una cosa sola con esse. E se ipotizziamo che in questa esplorazione si è accompagnati, si può calpestare, toccare e osservare l’esploratore senza che egli se ne accorga!
Il poeta, come tanti altri, sogna dietro il vetro. Ma nello stesso vetro scopre un piccolo difetto che proietta la deformazione nell’universo. Mandiargues dice al suo lettore: “Avvicinati alla finestra cercando di non lasciare che la tua attenzione scivoli troppo all’esterno. Finché non avrai sotto gli occhi uno di quei granelli, che sembrano cisti di vetro, piccoli nuclei a volte trasparenti, ma, più spesso, torbidi o leggermente translucidi, in una forma allungata che ricorda le pupille degli occhi di un gatto.” Attraverso questa piccola fessura fusiforme di vetro, attraverso questa pupilla degli occhi del gatto, cosa diventa il mondo esterno? “La natura del mondo cambia, o forse è la natura reale che trionfa da questa vista! Comunque, il fatto sperimentale è che l’introduzione del granello nel paesaggio è sufficiente per conferirgli un carattere fluido. Muri, rocce, tronchi d’albero, costruzioni metalliche hanno perso ogni rigidità attraverso il granello mobile.” E da ogni parte il poeta esprime immagini. Ci dà un atomo dell’universo in moltiplicazione. Guidato dal poeta, l’uomo che sogna sposta il suo volto e rinnova il mondo. Attraverso la miniatura della bolla di vetro il sognatore crea un mondo. Il sognatore obbliga il mondo “ai più insoliti strisciamenti.” Il sognatore emette onde di irrealtà su ciò che era il mondo reale. “Il mondo esterno, nella sua totalità, è stato trasformato in un ambiente malleabile a volontà davanti a questo unico oggetto duro e penetrante, vero uovo filosofico che i minimi movimenti del tuo viso portano nello spazio.”
La riflessione qui dà spazio alla nostra immaginazione …
Specus Corallii, riflessione
Forma
Attraversando la porta d’ingresso, ci troviamo di fronte a un corridoio stretto e allungato e al livello superiore con una serie di archi continui. La geometria è utilizzata come uno strumento narrativo della transizione; transizione dalla vita alla morte, dall’esterno all’interno, dal male al bene. Tutta questa sensazione è intensificata attraverso il cambiamento del livello, del pavimento e delle sporgenze lungo il corridoio, che formano nuovi archi. Vi è un’evidente sottolineatura dell’arco attraverso la ripetizione e l’illuminazione che analizzeremo successivamente. La curva del soffitto prolunga la fine; è nel mezzo e ricorda un punto e virgola. Se ci abbandoniamo all’intimità della curva e al calore delle aree chiuse, l’edificio si dispiega davanti a noi come una grotta dimenticata, che attende di essere esplorata.
Ma l’essere che desidera l’abitazione sotterranea sa controllare i terrori comuni. Bernard Palissy, nelle sue fantasticherie, è un eroe della vita sotterranea. Si rallegra, nella sua immaginazione, del terrore di un cane – dice – che abbaierebbe all’ingresso della grotta; si rallegra dell’esitazione di un visitatore a proseguire nel labirinto tortuoso. La grotta conchiglia è qui una città – castello per un solo uomo, per un solitario che sa difendersi e proteggersi con semplici immagini. Non ha bisogno di un cancello, non ha bisogno di una porta di ferro: avremmo paura di entrare …
L’architettura non è uno strumento per servire semplicemente la funzionalità, l’efficienza e il comfort fisico. È una rivelazione della profondità enigmatica, della tensione e dell’incertezza – si rivela nel vecchio ciò che il nuovo ignora e nel nuovo il vecchio, familiare e conosciuto. Lo Specus Corallii è forse questa – profondamente erotica – architettura.
Specus Corallii, forma
Materialità
Attraverso l’alternanza dei materiali – legno, intonaco, pozzolana, piastrelle a mosaico lucidate e semi-lucidate – si ottiene il cambiamento delle texture. I loro contrasti, morbido-ruvido, caldo-freddo, lucido-opaco, attivano i nostri sensi. Vediamo lo spazio come un corpo che desidera tenerci all’erta, vuole dialogare con noi. Nell’analisi della riflessione abbiamo trattato il corpo umano come materiale e ora il materiale come animato attraverso una narrazione trascendentale.
Si apre la porta di legno dello Specus Corallii. Siamo circondati dalle superfici lisce delle pareti. Ci seguono fino al gradino le piastrelle a mosaico lucidate. Salendolo, le piastrelle diventano opache e le pareti si fanno più ruvide. Ci implorano per un tocco. Successivamente, le superfici lisce ritornano ma le piastrelle opache ci accompagnano ancora. Alla fine del corridoio, il pavimento ci invita a penetrarlo, a entrarci dentro.
Le mie mani
il tempio del tuo essere
si aprono
ti vestono con un’altra nudità
scoprono le stanze del tuo corpo
le mie mani
creano un altro corpo sul tuo corpo.
— Octavio Paz, ‘Toccando’
Specus Corallii, materialità
Simmetria
Sarebbe accettabile dire che la simmetria è spesso associata alla perfezione, o almeno a ciò che la natura umana percepisce come perfetto. Il corridoio si sviluppa simmetricamente. L’asse di simmetria ne sottolinea la linearità e ci spinge ad attraversarlo. Visualizzandolo, il corridoio è una corda tesa, che ci impone di camminare lungo di essa. Siamo costretti a bilanciarci. Tuttavia, per quanto desideriamo armonizzarci con lo spazio, l’ordine, la sua simmetria, la nostra sola esistenza disturberà l’equilibrio della sua geometria meticolosamente definita. I nostri corpi creano nuovi e inaspettati spazi, attraverso movimenti fluidi e imprevedibili. Questi nuovi spazi deviano molto da ciò che definiamo come simmetria; sono vissuti come un’invasione. Finora abbiamo parlato della simmetria, che deriva dalla struttura dell’edificio, ma esiste anche un’immagine ingannevole di essa, che deriva dal riflesso del materiale del pavimento. Il continuo riflesso, a sinistra, a destra, sopra, sotto, confonde realtà e fantasia.
Specus Corallii, simmetria
Scala
La scala qui ci sconcerta. In altezza siamo piccoli e in larghezza grandi. Lo spazio è molto alto e stretto. Le pareti sono così vicine a noi da sembrare che cerchino di toccare il nostro corpo e il soffitto si allontana, prendendo distanza da questo contatto. Sentiamo che se ci troviamo al centro del corridoio e stendiamo le mani, le punte delle dita toccheranno le pareti. Il percorso lungo si estende molto, come un tunnel sotterraneo. Le modifiche agli ingressi ci danno l’impressione di essere in una rete di gallerie sotterranee che spesso finiscono in vicoli ciechi.
Specus Corallii, scala
Luminosità-Ombra
Gli occhi umani sono progettati per vedere meglio nella luce del crepuscolo piuttosto che nella luce brillante del giorno. Crediamo che l’illuminazione bassa sia più familiare per l’uomo poiché lascia spazio all’immaginazione, al pensiero e ai suoi movimenti. Distinguamo le figure, ma i loro confini diventano sfumati e la nostra immaginazione completa ciò che i nostri occhi non possono percepire. Nella luce tutto è chiaro perché possiamo distinguere anche gli sguardi indiscreti che invadono la nostra intimità. La luce si identifica con il sole, la trasparenza, la verità, il controllo e il potere. D’altra parte, l’oscurità è associata al caos, al mistero, al dramma, con il ‘portato da altrove’.
Poca luce naturale penetra nel corridoio da una finestra circolare sopra l’ingresso. Di fronte, alla fine del percorso c’è un altro punto luminoso. L’architetto usa con parsimonia la luce artificiale tra i due punti estremi. Ci sono quattro fonti di luce, che non ci disturbano, non ci distraggono dal nostro percorso poiché sono posizionate in basso. A seconda della posizione del nostro corpo, lo spazio si trasforma. Le nostre ombre ci ingannano. Creano archi dove non ci sono, enfatizzano quelli esistenti e lasciano sospetti spaziali. Il movimento continuo dei nostri corpi, tra luce e ombra, ci trasforma a volte in protagonisti e altre volte in semplici passanti.
Specus Corallii, luminosità-ombra
Ritmo
La ritmicità è intrecciata con l’esistenza umana e un esempio di ciò è il filo stesso della vita, ossia il respiro. L’architettura segue i propri respiri. Godiamo del fluire di un pezzo musicale, come godiamo delle variazioni spaziali che percepiamo con l’udito, la pelle e il corpo. Abbiamo la sensazione che tutti gli elementi architettonici che abbiamo analizzato seguano un ritmo. Le gradazioni dei colori, la diminuzione della riflessione, le alternanze di scala, la ripetizione dell’arco, le diverse testure e le gradazioni luce-ombra ci invitano a diventare parte del loro ritmo. Pensiamo di diventare parte del ritmo, che scegliamo di seguirlo, perché ci affascina, ma forse è un altro tentativo di ‘manipolazione’ dello spazio nei nostri confronti? È questa una seduzione? O siamo noi che siamo affascinati a cercarla? Si crea un ciclo all’interno del corridoio, o meglio si crea il corridoio attraverso questo ciclo. Questa persistente serie di archi fa sembrare lo spazio senza fine, con profondità irraggiungibili.
Specus Corallii, ritmo
Note
- ^ L’ouverture è una composizione musicale autonoma che di solito si ascolta prima che il sipario si alzi in un’opera o in un oratorio. Il suo scopo è prepararci all’atmosfera tragica o gioiosa dell’opera che seguirà. È la sezione introduttiva che precede l’azione scenica.
- ^ Georges Bataille, L’erotismo, trad. Mika Houliara, Atene, Entropia, 1981, p. 23.
- ^ Gaston Bachelard, La poetica dello Spazio, trad. Eleni Veltsou, Ioanna D. Chatzinikoli, Atene, Chatzinikoli, 2014, p. 182.
- ^ Ibid., p. 172.
- ^ Ibid., p. 157.
- ^ Alberto Perez-Gomez, Built upon Love: Architectural Longing after Ethics and Aesthetics, Cambridge, The MIT Press, 2008, p. 65.
- ^ Octavio Paz, Pietra del Sole e Altre Poesie, trad. Tasos Denegri, Atene, Ikaros, 1993.
- ^ Bernard Tschumi, Architecture and Disjunction, Cambridge, The MIT Press, 1994, p. 123.
- ^ Juhani Pallasmaa, The Eyes of the Skin: Architecture and the Senses, New Jersey, John Wiley & Sons Ltd, 2012, p. 50.