Cardillo

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1975–2024


Resoconto della storia della carriera dell’architetto Antonino Cardillo completo di fonti




Ritratto di Antonino Cardillo



Architetto, scrittore, fotografo e programmatore informatico, Antonino Cardillo ha espanso i confini dell’architettura del suo tempo integrandovi conoscenze di cibernetica, filosofia, storiografia (realtà simulata) ed antropologia, archeologia, psicologia (archetipi dell’immaginario). È stato definito “uno dei pochi architetti” d’oggi da Paolo Portoghesi, “uno degli architetti più significativi del nostro tempo” da Tony Chambers ed ha anche tenuto lezioni al Campus del Bauhaus di Dessau, al Royal College of Art ed all’AA School di Londra.



Riscrittura della storia

Antonino Cardillo nasce il 18 maggio 1975 ad Erice, in Sicilia. Dal 1993 al 1998 studia Architettura all’Università di Palermo sotto la guida del professore Antonietta Iolanda Lima. Nella primavera del 2002, si laurea con un progetto di acquario per la Marina di Trapani.

Lascia Che Ci Sia Più Luce
Lascia Che Ci Sia Più Luce

Un anno dopo, pubblica la sua homepage antoninocardillo.com.⁠[1] Sei mesi dopo, si trasferisce a Milano per un’esperienza lavorativa di un anno. Nell’estate del 2004, si trasferisce a Roma per imparare dalle antichità classiche. Lì, per tre anni, tiene lezioni al corso di Cesare Maria Casati della Facoltà di Architettura Valle Giulia ed incontra Charles Searson che d’ora in poi curerà le versioni in lingua inglese dei suoi testi. Nel frattempo, il suo progetto Casa Spazio Dualistico ad Erice, commissionato da Pietro Maltese, è selezionato nella lista-lunga del concorso ‘Casa dell’anno 2006’ di World Architecture News.⁠[2]

Casa Spazio Dualistico

Dopo di ciò, il giornalista Gian Luca Amadei lo invita a commentare lo stato dell’architettura italiana contemporanea sulla rivista londinese Blueprint:

Il tempo dell’uomo è fatto da una continua interazione tra culture diverse. Spesso accade che una cultura dominante si appropri di una cultura sottomessa, riuscendo a mascherarne il processo con la riscrittura della storia.⁠[3]


Luoghi remoti

Tra il 2007 e il 2011, disegna la serie di progetti non costruiti di fama mondiale rinominati successivamente ‘’. Iniziata a Roma con la Casa Ellisse 1501, su di essa Matt Hussey di The Cool Hunter con sede a Sydney scrive: “Questa nuova casa progettata da Antonino Cardillo ci ha lasciato senza parole.”⁠[4] Devyani Jayakar della rivista indiana Home Review osserva: “Quest’architettura sembra essere presagio di un cambiamento epocale nella storia del design post imperiale in Italia.”⁠[5]

Casa Ellisse 1501
Casa Ellisse 1501

La serie continua con la Casa Voltata a Parma, la Casa delle Convessità a Barcellona e la Casa di Max su di un Piccolo Lago a Nimes. Judith Jenner da Berlino scrive:

Per Cardillo, la musica ed il cinema sono le arti che hanno l’influenza più forte sulle sue case. Ma anche tutte le altre cose che lo riguardano al momento del progetto: i suoi viaggi, le sue relazioni, le sue emozioni. Pertanto, nessun disegno potrebbe essere riprodotto in un altro luogo ed in un altro momento. A Cardillo piace improvvisare al pianoforte ed al sintetizzatore, “ma non riesco a riprodurre”, dice. A Melbourne, ha progettato una casa che fa riferimento ai suoni ambientali di John Foxx.⁠[6]

La serie, chiamata anche , è completata dalle tre varianti di un progetto commissionato da Livio De Marchi per il suo lotto nel suburbio di Kew di Melbourne: la Casa della Luna di Cemento, la Casa dei Dodici e la Casa Porpora successivamente ambientata nel Galles. Helen Geng Haizhen da Pechino scrive su questa:

L’edificio di Antonino Cardillo è enorme, come se provenisse da una lontana terra straniera e da un paese antico. È bello, disinibito, generoso, entusiasta, profondo ed eccitante. Rapidi cambiamenti di luce ed ombra fanno sì che l’edificio mostri il suo aspetto in continua evoluzione, come se fosse la più profonda esposizione dell’anima. L’irrompere in una bellezza sconvolgente, produttrice di una solida armonia degli opposti.⁠[7]
Casa Porpora


Carta da parati

Nel frattempo a Londra, nell’estate del 2009 è selezionato tra i trenta migliori architetti emergenti dalla rivista Wallpaper*.⁠[8] Quindi realizza due opere con telai in legno. Il suo primo progetto costruito, la casa Nomura Koumuten nella città giapponese di Takarazuka, commissionato dal direttore della Nomura Koumuten Corporation Kenji Nomura; ed il suo primo progetto costruito, il negozio maschile di Sergio Rossi nel quartiere Brera di Milano, commissionato dall’editor-at-large di Wallpaper* Suzanne Trocmé. A proposito di quest’ultimo, il direttore della rivista Tony Chambers afferma: “Cardillo è uno degli architetti più significativi del nostro tempo.”⁠[9] Massimo Locci da Roma scrive:

Pochi sono i giovani che riescono a tradurre sul piano operativo-esecutivo l’articolazione spaziale e la ricchezza compositiva delle forme, senza smarrire la purezza dell’approccio teorico-sperimentale. Quando si realizza tutto ciò appare quasi miracoloso.⁠[10]
The Inexact Quality
Akin to a Cinema Set

Nell’estate del 2011, Trocmé nomina Cardillo per progettare il Caffe Postmoderno, un ingresso dedicato al London Design Festival con per la mostra principale del Victoria & Albert Museum ‘Postmodernismo: Stile e Sovversione 1970–90’.⁠[11]

Caffe Postmoderno


Specchi

Un anno dopo, è paragonato al personaggio letterario del Felix Krull di Thomas Mann da Susanne Beyer della rivista tedesca Der Spiegel:

Il giovane architetto italiano Antonino Cardillo ha approfittato del fatto che finzione e realtà siano difficilmente distinguibili. Lo Spiegel ha appreso che Cardillo aveva inviato immagini di edifici presumibilmente costruiti a riviste di architettura dando l’impressione che le case fossero state effettivamente costruite.⁠[12]

L’articolo in editoriale, riferito alle immagini generate al computer della serie ‘Case per Nessuno’, suscita dibattiti sulla rappresentazione dell’architettura contemporanea tra studiosi, professionisti e giornalisti italiani⁠[13] e tedeschi.⁠[14] Stefano Mirti da Milano scrive:

La facoltà d’illuderci che la realtà d’oggi sia la sola vera, se da un canto ci sostiene, dall’altro ci precipita in un vuoto senza fine, perché la realtà d’oggi è destinata a scoprirsi illusione di domani.⁠[15]

Sette anni dopo, la stessa rivista Der Spiegel precipita nella crisi più profonda dalla sua esistenza⁠ per avere ingannato i suoi lettori con articoli falsificati. Kirsten Wenzel da Berlino quindi osserva:

A parte l’ironia involontaria che Der Spiegel appaia in entrambe le storie di impostura, prima come accusatore e dopo come accusato, esse sono sostanzialmente differenti, […] perché mentre il caso di inganno nel giornalismo, che inventa storie sulla realtà sociale, è in grado di mettere sotto shock un’intera industria, la ‘Causa Cardillo’ […] è rimasta in gran parte senza conseguenze. […] I suoi rendering, anche perché abili, gli hanno restituito non solo attenzione per le sue visioni estetiche, ma anche una sorta di rispetto. Rispetto, quale si mostra verso la forza primordiale di un artista che, nel nome dell’arte, si prende il diritto di infrangere le regole vigenti e di attraversarne i confini.⁠[16]


Immagini ancestrali

Nel frattempo a Roma, nell’autunno del 2012 inizia la costruzione della sua opera seminale Casa della Polvere per Massimiliano Beffa. Con questo lavoro, restituendo allo spazio una forma classica, reintroduce i temi della ‘’, della ‘’ e dell’‘’ nell’architettura del presente. L’opera è presentata da Paolo Maria Noseda sulla rivista del Corriere della Sera: “Un ingresso laterale svela un salone che, come una maschera greca improvvisamente indossata dal visitatore, proietta e attira l’attenzione su due finestre rastremate: un paio di occhi sul mondo.”⁠[17]

House of Dust

L’opera è anche pubblicata: da Amy Frearson su Dezeen,⁠[18] da Francesca Gottardo sulla rivista di Paolo Portoghesi Abitare la Terra: “Una dimensione apparentemente fuori dal tempo”⁠[19] ed dalla XXI Triennale di Milano come una delle cinquanta opere che raccontano la storia dell’architettura d’interni italiana: “Un progetto destinato a diventare una pietra miliare.”⁠[20] La Casa della Polvere espone il suo lavoro globalmente e diventa il suo manifesto. L’architetto estende il tema volta-grotta-caverna sulla rivista del Financial Times:

La volta è il luogo in cui l’architettura ‘accade’. Possiede un valore archetipico e sacro. Risale al significato primario dell’architettura, che è la protezione della caverna, ma anche al suo significato spirituale, poiché ogni ‘volta’ è anche la trasfigurazione del cielo in pietra.⁠[21]
House of Dust
House of Dust

Nell’autunno del 2013, si trasferisce a Londra e trascorre un periodo formativo con Ana Araujo, insegnante della scuola di architettura Architectural Association. Lei scrive: “L’architettura di Cardillo promuove la mobilitazione sensoriale immaginata da [Walter] Benjamin come forza potenziale per la trasformazione sociale e politica.”⁠[22] Nella AA School, Cardillo tiene anche lezioni nel corso di Takero Shimazaki⁠[23] e pubblica un testo sul foglio Fulcrum curato da Jack Self:

Il tempo presente sembra perduto in una ‘coazione a ripetere’: l’ossessione per la novità inibisce la ricerca; l’interruzione del nostro legame con il passato limita le nostre capacità critiche, riducendolo ad un semplice supermercato di cose intercambiabili. Dietro questa proliferazione di icone neomoderne si cela la manipolazione: idee, passioni, guerre ed ideali sono costantemente saccheggiati e maltrattati. I significati originali vengono alterati, riscritti o cancellati. Così il passato diventa innocuo, un’immagine che celebra consumi.⁠[24]
Antonino Cardillo tiene una lezione alla scuola Architectural Association

Tornato a Roma, nella primavera del 2014 costruisce l’opera Verde Crepuscolare per la galleria d’arte Mondrian Suite di Klaus Mondrian nel quartiere di San Lorenzo. Titola Alice Morby di Dezeen: “Antonino Cardillo basa gli interni di una galleria interamente verdi sull’opera di Wagner.”⁠[25] Jeanette Kunsmann da Berlino scrive:

In basso chiaro, in alto scuro: è soprattutto questa inversione che crea non solo una tensione drammatica, ma anche un’atmosfera sensuale e mistica. Con 40 metri quadrati piuttosto gestibili, l’architetto ha trasformato la galleria in una stanza sacra —⁠ ⁠ed ha creato un cambiamento coraggioso dall’eterno Cubo Bianco.⁠[26]
Crepuscular Green

Nell’ottobre dello stesso anno, espone Min, una serie di sette sculture che collega l’Arco al Fallo, al Sir John Soane’s Museum di Londra.⁠[27] Durante questo periodo, continua a lavorare con Suzanne Trocmé alla costruzione della profumeria Illuminum a Londra. Titola Anna Winston di Dezeen: “Uno spazio multisensoriale per sperimentare e acquistare fragranze.”⁠[28] Jessica Cooper da Parigi scrive:

Da qualche parte in Dover Street, dietro un angolo dell’alta società di Mayfair, piena del trambusto dei maniaci dello shopping che fanno acquisti frenetici nelle case di lusso di Chanel, Prada, Dolce & Gabbana, si trova una grotta da favola piena di tranquillità e calma. Una volta entrata in questo spazio, sento che tutto il tempo si è fermato.⁠[29]
Min at the Soane
Colour as a Narrative


Evocazione

Quindi, si trasferisce nella sua città natale Trapani perseguendo l’idea di collegare l’antropologia e l’archeologia dell’isola di Sicilia all’architettura del presente. Nell’estate del 2016, completa la costruzione dello Speco dei Coralli, oratorio della Cattedrale di Trapani, commissionato dall’arciprete Gaspare Gruppuso. Jean-Marie Martin sulla rivista Casabella nota: “Antonino Cardillo, un architetto che si è meritatamente guadagnato l’attenzione della critica internazionale, ha realizzato uno spazio simile a un cannocchiale puntato sul trascorso del luogo.”⁠[30] L’opera è la quarta della serie delle ‘’ che, secondo Annie Carroll di Melbourne, “sono alcuni degli interni più influenti degli ultimi tempi.”⁠[31] Mrinalini Ghadiok da Nuova Delhi scrive:

Antonino Cardillo sfida le stesse regole del fare architettura come sono popolarmente conosciute oggi. Le sue opere vanno oltre le convenzioni offrendo momenti sublimi, esperienze intangibili e spazi straordinariamente immersivi.⁠[32]
Specus Corallii
Specus Corallii

Nell’inverno del 2017, Jeanette Kunsmann e Stephen Burkoff si recano a Roma e a Trapani per visitare le sue opere di architettura, trascorrendo anche tre giorni con l’architetto. L’indagine diventa la storia di copertina ‘Architettura e verità’ della rivista DEAR.

Cardillo non ha né un indirizzo fisso né un ufficio nel senso classico. E non ha dipendenti: il siciliano progetta e pianifica tutti i suoi progetti da solo. […] Si potrebbe quindi supporre che Cardillo sia uno dei numerosi architetti minori e meno conosciuti. Ma non è così. Pochissimi architetti al di fuori delle tre superstar del settore (Libeskind, Hadid e Koolhaas) hanno attirato l’attenzione della stampa internazionale e delle riviste di settore come Antonino Cardillo.⁠[33]

Ana Araujo da Windsor aggiunge:

Io penso che Antonino sia un architetto che cerca di trovare il suo proprio linguaggio e che si rifiuta di seguire i modi di altri architetti e designer contemporanei. Io penso che, per definire la sua pratica professionale, lui si basi sull’idea di ciò che potesse significare nel passato essere un architetto.⁠[34]
La collina tra Trapani e il monte Erice

Nell’estate del 2018, completa a Roma la costruzione del ristorante-bar Off Club commissionato da Matteo Di Persio e Francesco Curcio. Suzanne Trocmé introduce il progetto: “Collaboratore di lunga data della rivista Wallpaper*, l’ultima opera di Antonino Cardillo segna un momento decisivo per l’architetto siciliano.”⁠[35] Tom Wilkinson scrive su The Architectural Review:

Queste forme ieratiche creano un’atmosfera di mistero leggermente minaccioso: ci si potrebbe aspettare che un rito mithraico inizi in qualsiasi momento.⁠[36]

Monica Khemsurov cofondatore di Sight Unseen definisce Off Club “il suo ultimo capolavoro.”⁠[37] Tim Berge da Berlino aggiunge: “Cardillo riesce a coinvolgere l’utente fisicamente e psicologicamente nel suo mondo di pensiero come nessun altro.”⁠[38] Lucia Galli su Abitare la Terra osserva: “Anche da qui parte il successo di Cardillo che ha saputo fare di un gioco di illusioni, realtà.”⁠[39]

Off Club
Off Club


Soglia del tramonto

Nell’anno 2019, è invitato dagli studenti del Royal College of Art di Londra a parlare nell’ambito della serie di conferenze Inside/Out⁠[40] e da Johannes Kister nei Dessauer Gespräche al campus del Bauhaus.⁠[41] Nello stesso anno a Parma, continua ad esplorare i potenziali della policromia applicata all’architettura realizzando all’interno dell’appartamento di Luca Cardella il progetto di cromatismo Memorie per un Viaggio, che rievoca le impressioni del vagabondare in un bosco e della metamorfosi delle sue piante. Ellie Stathaki su Wallpaper* nota:

Questa ristrutturazione di un appartamento di 100 mq a Parma, in Italia, ha trasformato quello che era un interno stanco vicino alla stazione della città, in una moderna festa di colore e luce. Disegnato dall’architetto Antonino Cardillo, il progetto aveva un budget limitato, ma ciò che poteva mancare in scala, ha compensato l’ambizione creativa.⁠⁠[42]
Inside/Out, Dessauer Gespraeche
Memories for Cruising

Nella primavera del 2021, completa alla Salina Ettore e Infersa la costruzione dell’imbarco Mammacaura per l’antica isola fenicia di Mothia, prossima alla costa occidentale della Sicilia. Il progetto di restauro del paesaggio è presentato sulla rivista Casabella[43] di Francesco Dal Co, al Congresso sull’Identità dell’Architettura Italiana⁠[44] di Paolo Zermani, sulla rivista di Paolo Portoghesi Abitare la Terra[45] e sulla rivista L’Arca[46] di Cesare Maria Casati.

Mammacaura
Mammacaura

Nella primavera del 2023, otto giorni prima della sua scomparsa, Paolo Portoghesi accoglie Cardillo nella sua casa a Calcata dicendo:

In tutti questi anni lei è rimasto coerente con la sua visione dell’architettura. Non ha ceduto, e le sue opere possiedono un’integrità che oggi è rarissima. Questo fa di lei uno dei pochi architetti.⁠[47]

Sei mesi dopo, il caporedattore Amy Frearson presenta la sua opera Elogio del Grigio come un “palazzo in miniatura” su Dezeen: “Il progetto cerca di riconoscere ed integrare alcuni dei contributi di civiltà in gran parte dimenticate dall’architettura occidentale,” ha detto a Dezeen. “Accetta l’invito di Hegel ad imparare a vedere gli infiniti grigi delle realtà,” ha aggiunto, facendo riferimento alle parole di un filosofo tedesco del XIX secolo.⁠⁠[48]

Cardillo attualmente vive e lavora a Monaco di Baviera.

Elogio del Grigio



Note